Il resoconto della giornata di Lovere nel racconto di un nostro militante:
Sabato 27 maggio l’ANPI ha indetto una giornata di mobilitazione nazionale per l’antifascismo per reagire alle continue provocazioni fasciste che si verificano da mesi in tutto il Paese.
A Lovere, per quello stesso giorno, era stata autorizzata da Sindaco e Prefetto una ennesima manifestazione nera, che aveva come obiettivo dichiarato l’omaggio alle lapidi commemorative di alcuni repubblichini della famigerata “Tagliamento” giustiziati dai Partigiani, ma in realtà col vero scopo di oltraggiare le tombe dei “Tredici martiri” della Resistenza, custodite nel cimitero della cittadina sebina.
Grazie al paziente lavoro degli organizzatori, si è potuta coordinare una grande contro-manifestazione antifascista alla quale hanno aderito, oltre alle ANPI provinciali di Bergamo e Brescia e al Coordinamento della Valle Camonica, anche molte forze politiche, sindacali, movimenti e associazioni culturali.
Già dalla mattinata si sono radunati sul piazzale del cimitero molti militanti con le bandiere delle Sezioni e dei partiti. Il presidio è proseguito per tutto il giorno fino alle 18, sotto un caldissimo sole, in un clima di vigile tensione, ma anche di serenità. Tutti erano consapevoli della possibilità di uno scontro fisico con i camerati, ma nessuno ha rinunciato a manifestare pacificamente l’adesione al dettato costituzionale e la ferma intenzione di contrastarne la violazione.
Intanto le lunghe ore passavano fra musiche e canzoni, interpretate da Valentina Soster e da altri gruppi, e gli interventi politici, tra i quali quello di Saverio Ferrari dell’Osservatorio democratico sulle nuove destre, quello del presidente provinciale dell’ANPI di Bergamo Magistrati e quello del rappresentante dell’ANPI provinciale di Brescia Ludovico Scolari.
Nel tardo pomeriggio, mentre si rincorrevano voci di una possibile incursione dei fascisti, tutti i compagni e le compagne si sono schierati a difesa sulla scalinata di accesso al cimitero per impedire una eventuale irruzione.
Invece ecco ad un tratto comparire in piazza un folto gruppo di giovani della “Rete” che a loro volta al grido di “siamo tutti antifascisti” si sono uniti al presidio fra applausi e abbracci.
Si è poi saputo che i neri (circa un centinaio, tutti palestrati e rasati) avevano abbandonato il lungolago di Lovere sorvegliati a distanza dai giovani antifascisti. Le forze dell’ordine questa volta hanno svolto il loro compito e con la sola presenza hanno impedito ogni contatto fisico fra le forze in campo.
Cosa insegna questa giornata?
Insegna che solo una forte mobilitazione militante è in grado di contrastare sul terreno le provocazioni fasciste, ovunque queste si manifestino.
Insegna che questa mobilitazione può in alcuni casi indurre le autorità civili ad impedire tali raduni che sono tra l’altro assolutamente incostituzionali.
Insegna che le forze di polizia, se ben guidate, sono in grado di garantire l’ordine repubblicano e di impedire atti di violenza fascista.
Insegna che solo un lungo lavoro culturale e politico potrà definitivamente isolare queste frange di disperati nostalgici.
Insegna infine quanto sia urgente e fondamentale costruire una grande unità antifascista fra tutte le forze che si riconoscono nei valori della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza.
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